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«Vogliamo risolvere i problemi del mondo? Via le P38 e più sesso!» Intervista a Ilona Staller

Redazione Spazio70

Dal Corriere d'informazione, 29 giugno 1979

— Ilona, non le basta andare in giro a seni nudi, tutta nuda, ora ha anche bisogno di appendere un seno finto al collo? Non le pare di esagerare?

«È sempre meglio averne uno di riserva» risponde, senza neppure pensare, con una vocina quasi infantile, ben lontana dai toni bassi di un’ugola sensuale. Aggiunge, strizzando l’occhio: «i seni mi piacciono molto. Penso che in una donna siano la cosa più sexy e questo qua, finto, è un simbolo. Il simbolo di noi donne. Di me. È tutto quello che ho in più, oltre ai tacchi. Io vado sempre in giro nuda, mi piace».

— Non ha mai freddo?

«No, resto nuda, anche in pieno inverno. L’anno scorso ho fatto delle fotografie tuffandomi nella neve. E, una volta, sempre nuda, mi hanno ripresa mentre ero sdraiata sui prati che fiancheggiano l’autostrada Roma-Napoli. Ero coperta di fiori e di miele. Lo sa che sull’autostrada si è creata in poco tempo una colonna di auto ferme?».

— Miele, fiori, non le pare di esagerare?

«No, mi piacciono le dolcezze. Vorrei tanto poter essere una farfalla di zucchero e volare su tutto il mondo e spruzzare dappertutto questo zucchero, questa dolcezza…».

— Ha fratelli, sorelle, tutti come lei?

«Ho una sorella più grande, è tutta strana, è una scienziata, e poi ho due fratelli. Uno fa il geologo, l’altro l’ingegnere».

— Come mai è venuta in Italia?

«Ma, perché volevo portare avanti un discorso che avevo già iniziato, sulle immagini. La fotografia mi ha sempre interessato».

— E adesso ha deciso di rimanere per sempre in Italia o, se preferisce, di spogliarsi in Italia?

«Mi son trovata molto bene con i miei cicciolini anche se so benissimo che molti non mi vogliono ancora bene. Ma è questione di tempo. Poi anche loro mi ameranno. Sulla Cassia ho scoperto un ruscello che amo alla follia. Sai qual è il mio sogno? Costruirci sopra un cubo di cristallo, una grande stanza dentro cui abitare tutti insieme, in trasparenza con il mondo. Non bisogna mai chiudersi. Mai limitarsi a quattro persone! Si deve sempre comunicare».

— E in questa stanza trasparente lei che cosa ha intenzione di fare?

«Baciare quelli che sono lì, prenderli per mano, accarezzarli, parlare, ridere, comunicare…».

— Per lei cosa vuol dire comunicare?

«Parlare, parlare, parlare, poi guardarsi negli occhi, domandare a uno come mai è triste, per quale motivo è depresso sessualmente, come mai non fa l’amore o perché lo fa a pagamento».

— Proprio come una sacerdotessa del sesso o dell’amore?

«Di tutti e due. Nell’amore c’è anche del sesso».

— È questa la sua filosofia?

«Sì».

— Non sposa un po’ troppo, al di là delle apparenze, la causa del consumismo e della moda?

«No, e sa perché?».

— No.

«Perché non dare amore al prossimo vuol dire portarlo alla repressione, alla violenza, alle stragi. Io dico: vogliamo risolvere i problemi del mondo? Via le P38 e più sesso!».

— Lo dicevano anche i figli dei fiori, gli hippies, dieci anni fa, ricorda?

«Non so. Dieci anni fa non c’ero ancora. Il mio è un discorso semplice, tanto semplice che lo possono capire tutti».

— Non è un po’ troppo facile, utopistico, pensare di poter appianare ogni divergenza solo con l’amore?

«No, quando è vita, tutto è amore. È amore un bacio come il bocciolo ancora chiuso di un fiore. Lo sa per quale motivo è scoppiato quello che è scoppiato in Iran?».

— No.

«Perché Farah Diba non ha mai dato l’amore che doveva allo Scià. Lo avesse fatto, oggi lo Scià sarebbe ancora al trono».

— Son fantasie da bambina più che frasi da “Cicciolina”?

«Vero, ma io voglio rimanere bambina nell’anima, una bambina che non crede molto alle persone solo belle di fuori e che è pronta a dare amore, quando occorresse, anche a un serpente».

— Sono discorsi da persona furba o intelligente?

«Non so se sono intelligente. So solo che tutti noi nasciamo con un tipo di cervello e che questo cervello è un muscolo che va tenuto in esercizio con l’allenamento, ogni giorno, ascoltando tanta gente. Io ogni giorno ascolto i discorsi di molti vecchietti. Mi piacciono. C’è tanta saggezza in quelle loro parole».

— Poi, però, va in giro nuda. Come concilia la saggezza con lo strip?

«È la mia politica, il mio modo di vivere, di essere libera da tutto e tutti».

— Si comporterebbe nello stesso modo nella sua patria di origine, in Ungheria, a Budapest?

«Sì, l’ho fatto».

— Ma il far sempre la spregiudicata a tutti i costi non le viene a noia?

«Io non sono spregiudicata, tanto meno spudorata, sono solo senza pudore».

— Allora risponda con sincerità: a lei piace fare l’amore?

«Lo faccio ogni sera, ogni giorno, con millecinquecento persone, duemila, quante sono quelle che assistono al mio show estivo, “Frutto proibito”, uno show nel quale racconto favole, le mie favole, quelle di Cicciolina…».

— E come fa?

«Li guardo tutti, li bacio, così come capita».

— Duemila, in una sera, a lei l’amore con uno solo non va proprio?

«Amo tutti, tutti, anche se riconosco che è bello essere in coppia. Ma, per ora, non voglio un cicciolino solo per me».

— Non le è mai venuto in mente che questo suo modo di pensare le può costare il pregiudizio della gente, qualcuno che dica in giro, di lei, “è una puttana”: dove mettiamo la reputazione?

«Se un cicciolino pensa così di me, vuol dire che ha bisogno di ricevere più amore».