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«Abbiamo colpito i centri di mercificazione»: l’offensiva femminista contro la pornografia (1979)

Redazione Spazio70

Attentati dinamitardi rivendicati a Roma dalle Compagne Organizzate per il Contropotere Femminista

Disposte al delirio, Pornodelirio, La pornovergine ed Excitation Star sono i titoli dei film in programmazione nelle sale cinematografiche romane prese di mira, durante la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1979, da un commando delle Compagne Organizzate per il Contropotere Femminista, una formazione che aveva già agito il giorno prima con un attentato dinamitardo al Nomentano. In quell’occasione un piccolo ordigno confezionato con circa mezzo chilogrammo di polvere da mina ha danneggiato lo studio legale di Giorgio Zeppieri, avvocato difensore di Andrea Ghira, il «capo banda» degli assassini stupratori del Circeo.

«LE POLTRONE DELLA PLATEA SONO CARBONIZZATE»

L’offensiva femminista «contro la pornografia e la donna oggetto» ha inizio verso l’una e trenta minuti, in via Montebello. Un automobilista di passaggio nota una coltre di fumo uscire da un finestrone del cinema Ambasciatori. La tempestività della segnalazione e la celerità nell’intervento dei Vigili del fuoco impediscono il dilagare delle fiamme. La sala è danneggiata solo in parte, tuttavia, mentre gli uomini del servizio antincendio si accingono a spegnere gli ultimi focolai, un nuovo allarme scatta in Via Santi Apostoli; questa volta si tratta del cinema Majestic e la situazione per i pompieri appare molto più grave. Alcuni inquilini del palazzo soprastante si sono già riversati in strada in preda al panico, mentre le enormi fiamme, scaturite dai sediolini, riducono il cinema ad un mucchio di cenere e macerie.

Il quotidiano Il Messaggero descrive così lo scenario all’interno della sala:

«Le poltrone della platea sono carbonizzate, lo schermo non c’è più, anche l’atrio è ridotto in un cupo ambiente carbonizzato perché il fuoco ha trovato dappertutto facile alimento nella plastica e nelle “moquettes”. Come si è detto c’è stato del panico tra gli abitanti del palazzo ed uno di loro, Lorenzo Leonardi, è stato costretto a ricorrere alle cure del medico di guardia del S. Giacomo per una ferita alla fronte che si era provocato urtando contro un muro, mentre scendeva le scale per fuggire in strada».

Tra i feriti si registrano anche il comandante dei Vigili del fuoco, il dottor Pastorelli, ed il vigile Cacace, contusi a causa della caduta di alcuni calcinacci. Lo scenario infernale del Majestic non si ripete al cinema Jolly, poiché un difetto tecnico impedisce all’ordigno incendiario di appiccare il fuoco. In mattinata è un’addetta alle pulizie a rinvenire, sotto ad un sediolino, un pacchetto contenente, come accerteranno gli artificieri, acido solforico, clorato di potassio, zucchero e un innesco chimico a tempo. Secondo l’inserviente della sala a luci rosse, a sedere su quelle due poltrone, la sera prima, vi erano un uomo e una donna «piuttosto giovani ed eleganti». Lo stesso pacchetto inesploso viene ritrovato anche nella sala del cinema Blue Moon.

«LE DONNE NON DELEGANO NIENTE AI PARTITI E ALLA GIUSTIZIA BORGHESE»

Con una telefonata all’agenzia Ansa una voce femminile rivendica così gli attentati:

«Ieri, venerdì 7 all’1:30 di notte abbiamo colpito i centri di mercificazione e oggettivizzazione della donna. Compagne organizzate per il contropotere femminista. Seguirà volantino».

Ed è proprio ad un redattore dell’Ansa che, in serata, viene fatto ritrovare il comunicato scritto:

«Giovedì 6 dicembre abbiamo colpito il covo legale del fascista Zeppieri, abituale avvocato difensore di assassini, stupratori e ladri di Stato. Venerdì 7 dicembre alle ore 1:30 di notte sono stati colpiti anche quattro cinema: Ambasciatori e Majestic di proprietà del noto sanguisuga Amati, Jolly e Blue Moon dove viene propinata l’ideologia violenta di questo Stato che mercifica e oggettivizza il corpo della donna per i suoi profitti. Lo stupro è un’arma usata da questa società contro le donne. Anche se non tutti sono esecutori materiali, tutti sono complici: poliziotti, gestori di cinema, avvocati, giudici, chiesa, partiti e associazioni femminili di partiti. Le donne non delegano niente ai partiti e alla giustizia borghese, si organizzano autonomamente nei territori per affermare i loro bisogni ed il loro diritto ad una vita diversa. Abbiamo sempre usato la violenza come strumento di difesa, è ora di trasformarla in strumento di attacco. Compagne organizzate per il contropotere femminista». 

Nei cinema che trasmettono film per adulti scatta la psicosi e alcuni gestori sottopongono gli spettatori a fastidiose misure di sicurezza, controllando il contenuto di eventuali borse e zaini. Una situazione imbarazzante che scoraggia molti clienti. «Perché se la prendono con noi? — dice una cassiera del Jolly all’inviato del Corriere della seraSemmai colpevole è chi li fa questi film, non chi li proietta. Ma non pensano questi terroristi a tutta la gente che rischia di perdere il posto di lavoro? Oggi con la situazione del cinema o ci si butta su questi generi oppure è la fame».